Supercella e Tornado fra Leno e Pavone Mella (BS) 6 Giugno 2017

Dopo diverse giornate dominate dalla protensione verso il nord Italia di un modesto promontorio di alta pressione, che andava garantendo un inizio Giugno decisamente caldo con temperature rilevate fra i 4 ed i 5°C sopra la media, nella giornata di Martedi 6 Giugno è atteso il transito da ovest della parte più attiva di una vivace perturbazione Atlantica pilotata da una vasta e profonda circolazione depressionaria localizzabile ad est del Regno Unito, il cui richiamo umido e mite meridionale aveva provocato già nella giornata di Lunedi un primo cedimento anticiclonico con la formazione di forti temporali in diverse località del nord Italia.  Si è trattato però solo di un assaggio rispetto a ciò che è accaduto in merito al transito dell’asse di saccatura , in quanto fattori come lo shear e la vorticità sono andati nettamente aumentando. Nonostante la presenza di valori modesti di Cape, che ricordo essere l’acronimo di energia disponibile per la convezione, ossia l’energia misurabile in atmosfera in J per Kg che misura la capacità di sviluppo di intensi moti convettivi. In questi casi la dinamica frontale sostenuta da una buona dose di aria fredda in quota che è andata favorendo una marcata instabilizzazione atmosferica e la presenza di un wind shear positivo lungo tutta la colonna atmosferica, ha dato vita, nonostante valori di Cape previsti attorno ai 1500 j/kg, ad un’incredibile supercella tornadica, che è andata producendo lungo il suo percorso da Milano sin verso la parte orientale della provincia di Brescia, ben 3 differenti touchdown tornadici.

L’instabilità come previsto già dalle emissioni modellistiche del giorno prima, parte ben presto nel primo pomeriggio di Martedi, con la formazione di un’intensa linea temporalesca (squall line) esordita dalla convergenza fra i venti più umidi e miti da sudest e quelli più secchi da sud in discesa dai rilievi Appenninici liguri, che come si vede dalle seguenti immagini radar, va estendendosi dal Pavese sin verso il Lecchese. La cui cella meridionale, essendo esposta maggiormente ai venti più umidi meridionali, si organizza e diviene presto un’intensa supercella (ossia un temporale la cui corrente ascensionale assume rotazione) , ripresa molto bene dagli amici cacciatori di ZenaStormChaser (ZSC).

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Per spiegare la nascita del temporale bisogna utilizzare la mappa relativa alla disposizione dei venti al suolo (vettori) e all’umidità, ove si può evidenziare come nell’area cerchiata fosse in atto attorno alle 12 UTC, ossia le 14 circa ore locali, una spiccata convergenza fra i venti più secchi meridionali in discesa dall’Appennino Piacentino, e quelli più umidi sudorientali.

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La struttura della prima supercella fra l’Alessandrino ed il Pavese che ha goduto appieno dei venti umidi meridionali formatasi in coda al sistema multicellulare (Tail and charlie) Foto di William Demasi, ZenaStormChaser

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Sin da subito da questa immagine radar è altresi evidente da un’attenta osservazione come il nucleo nei pressi della città di Milano sia ben più intenso ed isolato rispetto alla restante linea temporalesca. Fattore questo che risulterà fondamentale per il ciclo vitale del temporale nelle ore seguenti.

Infatti questo andrà garantendo una miglior organizzazione della cella temporalesca rispetto alle altre circostanti, la cui corrente ascensionale di anche questo temporale assumerà in breve tempo rotazione grazie all’elevato shear presente nei medi e bassi livelli ed ad un miglior apporto umido dai quadranti sudorientali nei bassi strati. La supercella proseguirà cosi ininterrottamente il suo percorso verso est, spinta da correnti in quota prevalentemente occidentali, piegando lievemente verso sudest a causa della forte rotazione indotta dal mesociclone presente nella porzione meridionale del temporale. In questo particolare caso la deviazione che assumono le supercelle verso sudest spesso è indice della presenza di forte rotazione, per questo motivo decido di monitorare il temporale sul campo, attendendolo in un territorio con visuale aperta verso ovest. Subito avverto come si tratta di una situazione esplosiva, in quanto nonostante il temporale mi fosse distante 30/40km si udisce chiaramente il brontolio ininterrotto dei tuoni in lontananza. Oltre a ciò è inoltre presente un debole vento di inflow, (corrente caldo umida che alimenta dal basso la nube temporalesca), il quale se il temporale presente ha già caratteristiche supercellulari con uno spiccato eco ad uncino al radar, è un chiaro segno che siamo in presenza di un temporale molto violento, con alte probabilità che esso vada a produrre un tornado.

Ed è ciò che accadrà da li a poche decine di minuti, quando la supercella, dopo aver prodotto già un primo effettivo touchdown tornadico vicino a Campagnola Cremasca (CR), provocando diversi danni, andrà a produrre ben altri due tornado in sequenza fra Castelletto di Leno e Pavone Mella (BS) nella bassa Bresciana, provocando anche qui diversi danni. Si è trattato di una supercella ciclica che nonostante la lunga durata, è riuscita a mantenere un alto potenziale tornadico per ben 2 ore e mezza sul territorio Lombardo compreso fra le provincie di Cremona e Brescia, con un mesociclone che più volte è andato organizzandosi e occludendosi favorendo la formazione di diverse tornadogenesi come assistito personalmente più volte nelle grandi pianure degli Stati Uniti.

supercella tornadica cremona brescia

 

Nelle foto seguenti è ben visibile la struttura della supercella con i due diversi coni tornadici ripresi fra le aree di Leno e Pavone Mella, articolo e reportage completo è visibile sul sito degli amici cacciatori di temporali  (ZenaStormChaser) : http://zenastormchaser.it/portfolio/supercelle-pazzesche-tornado/

 

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L’imponente nube a muro e la relativa corrente ascensionale del temporale

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