Una Perturbazione d’altri tempi: Neve e Gelicidio sul nord Italia, 10-11 Dicembre 2017

Dopo due stagioni invernali piuttosto sottotono per quanto riguarda la neve in pianura sul nord Italia, l’Inizio del mese di Dicembre 2017 sembra partire con il piede giusto quando le prime manovre invernali vedono per la giornata di Sabato 9, la discesa di aria molto fredda di matrice artico marittima da nordovest. Veicolata dal prolungamento in senso meridiano dell’alta pressione delle Azzorre, che è arrivata a lambire i settori groenlandesi e islandesi. Settori poi di provenienza della massa d’aria fredda stessa. La giornata di Sabato si presenta sin da subito stabile e ampiamente soleggiata, accompagnata da una vivace ventilazione favonica specie sulla Lombardia occidentale, che ha garantito un drastico calo dei valori di umidità  già dal mattino. In serata poi, l’aria fredda e secca è andata interessando anche i rimanenti settori orientali, rimasti in giornata a fare invece i conti con aria più umida ristagnante nei bassi strati. Questo ha favorito poi a sua volta un miglior insediamento dell’aria fredda nei bassi strati, avvenuto durante l’avvento del buio, ove la massa d’aria ha potuto pienamente esprimere il suo potenziale facendo calare  la colonnina di mercurio ampiamente sotto lo zero su tutto il territorio pianeggiante lombardo. Si tratta questa di una dinamica “da preparazione” in quanto sulle carte modellistiche, è da giorni evidente come a seguire questa veloce ma intensa ondata di freddo, nella giornata seguente sia previsto l’ingresso sul nord Italia di un’intensa perturbazione nord Atlantica.  Seguo dunque la situazione, sapendo che con ogni probabilità , il giorno dopo, ossia Domenica 10 avrei visto la neve cadere sino a quote di pianura su buona parte del nord Italia, seguita inevitabilmente da una trasformazione in pioggia, per via del mite richiamo di libeccio che ne deriverebbe subito dopo.  Decido di scrivere questa analisi partendo dal principio poichè a mio parere la dinamica con cui il peggioramento del tempo ha avuto luogo sia alquanto rara e per certi versi estrema. in quanto il fronte freddo, in discesa dal nord Atlantico, fra la giornata di Domenica e Lunedi è andato unendosi ad una vasta e profonda depressione presente sull’Europa centro settentrionale, determinandone un suo invorticamento ed un allungamento della perturbazione stessa sin verso l’entroterra Algerino, causando in questo modo la risalita di un’esteso fronte d’aria calda dalla Penisola Iberica e dal Mediterraneo occidentale sottoforma di intensi venti di Libeccio. In una situazione del genere sono le regioni settentrionali a subirne i maggiori effetti, poichè vengono ad interagire due masse d’aria dalle caratteristiche diametralmente opposte, capaci di provocare seri disagi, non solo inizialmente per la neve e il ghiaccio, ma anche per la grande quantità di pioggia prevista cadere in seguito lungo i rilievi montuosi. Il repentino avvicendarsi di queste due masse d’aria, dalla natura diametralmente opposta, ha infatti determinato effetti molto significativi, in particolare laddove gli sbarramenti orografici hanno esasperato i contrasti termici ed amplificato i contributi pluviometrici. L’anomalia dell’episodio appena vissuto non è tanto rappresentata dall’importanza dell’irruzione fredda precedente, né dall’intensità della perturbazione seguente (fenomeni non inconsueti). L’eccezionalità, agli effetti, risiede nell’incredibile tempismo con cui queste due configurazioni si sono susseguite. Nel giro di sole 36/48 ore la nostra porzione di territorio è diventata il campo di battaglia tra l’aria di origine artico marittima affluita nella giornata di Sabato, e il mite respiro atlantico. Abbiamo cosi  vissuto di tutto in una manciata d’attimi: pioggia, neve, pioggia congelante, forti venti di libeccio, nevicate record in alta quota, inversioni termiche fuori scala, mareggiate, alluvioni e nebbie. Una sorta di parossismo microclimatico.

L’animazione satellitare allegata ( EUMETSAT) riassume l’evoluzione descritta da venerdì 8 dicembre 2017 a martedì 12. Ove si può notare la maestosità dell’impulso frontale nord-atlantico, che nella notte su lunedì ha preso strada in direzione dell’Europa centro-meridionale.

 

Ecco quindi che durante il pomeriggio e la serata di Domenica, come previsto, deboli flussi miti e umidi dai quadranti meridionali hanno determinato l’imput per delle nevicate sino in pianura sul nord Italia, ove l’aria fredda affluita il giorno seguente ha garantito alla neve di accumulare senza alcun problema. Seguo la nevicata sino alla conclusione, con dei momenti di neve anche moderata unita a temperatura attorno o poco al di sotto dello 0°C.

 

DSC_5114 DSC_5131 DSC_5140 DSC_5153 DSC_5199 DSC_5206 DSC_5216 DSC_5225

Nel corso della notte tuttavia, il flusso di libeccio in risalita dal Mediterraneo Occidentale ha intensificato la propria spinta, e come fosse una lama, ha iniziato a determinare un marcato rialzo termico tra i 1500 e 2000metri di quota, con valori di temperatura arrivati sino a +2/+3°C, a fronte invece di temperature ancora molto basse (diffusamente negative) nel primo chilometro di atmosfera. Da questo momento ha avuto inizio il graduale ed inesorabile processo di erosione dell’aria fredda, determinando il venir meno delle condizioni ideali per far si che il fiocco di neve raggiunga la pianura, dove infatti ha iniziato a piovere. Tuttavia, il flusso mite sudoccidentale scorrendo come una coperta mite al di sopra del lago d’aria gelido ha comportato specie su tutte le aree pedemontane del basso Piemonte, dell’Oltrepò Pavese e del Piacentino, nonché su parte delle basse pianure e più localmente in alcune valli alpine e prealpine Lombarde, come la Valtellina,  il successivo congelamento della pioggia stessa a contatto con le superfici , fenomeno tecnicamente definito “gelicidio” . Si tratta di una condizione estremamente pericolosa, sia per la viabilità stradale sia per gli stress alla vegetazione dovuti all’accumulo di ghiaccio, come è possibile notare nelle foto scattate durante un tour fotografico realizzato dal mio amico William Demasi durante la giornata di Lunedi nelle valli interne Liguri. Tutto ciò è accaduto mentre nelle altre località di pianura e del nordest, l’aria fredda nei bassi strati è venuta sempre più a mancare grazie alla maggior progressione verso levante della Perturbazione e alla maggior incisività delle correnti di Libeccio al suolo, favorendo cosi un marcato aumento termico anche nelle aree pianeggianti.

A testimonianza del fatto che nelle aree sopra citate in grassetto nei bassi strati è permasto un cuscino di aria molto fredda vi posto insieme al reportage del gelicidio nelle valle interne Liguri queste mappe relative corrispettivamente alla temperatura prevista per la mattinata di Lunedi a circa 1300metri di quota e la temperatura allo stesso orario presente a quote pressochè collinari.

Le temperature previste alla quota di 1300metri (850hpa) Lunedi mattino alle 06UTC, con valori previsti sino a +4 su tutta l’area Ligure, Basso Lombarda e Basso Piemontese.

termiche 850hpa

Corrispettivamente allo stesso orario, le temperature previste alla quota di 600metri (925hpa) ove si può ben notare il cuscino di aria gelida intrappolato nei bassi strati nelle aree nordoccidentali, mentre l’aria mite di Libeccio ha ormai dominato gli strati prossimi al suolo sulle regioni di nordest.

termiche 925hpa

Ed ecco come si presenta il paesaggio nelle aree interessate dall’incredibile evento di Gelicidio.

gelicidio 1 gelicidio 3 gelicidio 4 gelicidio 5 gelicidio2

Una foto della mareggiata indotta dai burrascosi venti di Libeccio che nel frattempo imperversavano le coste Liguri.

mareggiata

Concludo con un soppralluogo effettato i giorni successivi all’evento di Gelicidio nei pressi del Passo del Turchino, con grosse ripercussioni sulla Boscaglia, che purtroppo presenta diversi alberi danneggiati e abbattuti.

bosco bosco2

Lascia un commento