Da Salina, in Kansas, dove abbiamo trascorso la notte, ci dirigiamo in mattinata poco ad ovest di Wichita Falls, in Texas, nostro target odierno, dove secondo i modelli sussistono i presupposti per lo sviluppo di supercelle nelle ore centrali del pomeriggio.
Subito però notiamo come sia presente da poco una supercella molto intensa fra Breckenridge e Mineral wells, nel Texas centrale, una zona dove secondo la mesoanalisi in tempo reale sono presenti ben 6mila di cape.
Dopo vari tentennamenti sul da farsi desistiamo a raggiungere la supercella a sud quando sul target prestabilito comincia a svilupparsi in modo più deciso la convezione, ci dirigiamo nei pressi di Vernon, dove la base di un temporale si sta sviluppando in modo più deciso, presentando anche una debole rotazione, ma questa, come le altre raggiunte successivamente, evapora dopo 10-15 minuti dalla sua nascita.
Dopo diverse ore passate a raggiungere e fotografare temporali che morivano poco dopo la loro nascita capiamo che probabilmente la cella a sud,mantenuta ancora in vita dall’elevato cape, stia sbarrando la risalita di aria calda e umida al nostro target.
Arrivati a questo punto cerchiamo per quanto possibile, viste le grandi distanze che ci separano, di raggiungere la supercella prima che faccia buio, ma l’impresa risulterà piuttosto complicata quando scopriamo che l’unica strada percorribile e più veloce finisce dentro il core più intenso del temporale.
Dopo aver passato però senza problemi il temporale arriviamo proprio durante gli ultimi 5 minuti di luce sulla parte avanzante del sistema, che quando arriviamo noi, dopo diverse ore di vita , è degenerato in un sistema lineare presentando sul bordo avanzante una shelf cloud in fase senescente.
Vista l’enorme mole di kilometri percorsi decidiamo di fotografarne i fulmini prima di ripartire nuovamente verso Childress, altre 2 ore e mezza di viaggio per avvicinarci al target del giorno successivo.
Scopriamo dopo che la supercella a sud ha prodotto anche un tornado.
